Incontro con Charles Pennequin
Nell’ambito del ciclo Littérature, Aujourd’hui animato da Stéphane Audeguy e Béatrice Cussol , borsisti-scrittori in residenza, martedì 3 novembre 2009 alle 19.30 l’Accademia di Francia a Roma presenta un incontro-lettura con Charles Pennequin , che leggerà dei brani tratti dalle sue opere, in particolare “La ville est un trou” e “Mon binôme”. CHARLES PENNEQUIN Charles Pennequin è nato nel 1965 a Cambrai e vive a Lille. E’ vivo, assolutamente vivo (cioè nella merda). Charles Pennequin scrive fino alla saturazione della sua stessa vita, del suo stesso corpo. Di fronte al pubblico espone i suoi dubbi, il suo disorientamento, l’assurdità della vita in modo disordinato. Circolando in mezzo al pubblico o alla strada, improvvisa al dittafono, annota delle poesie con grandi gesti nervosi – non sa se scrive o strappa – legge in piedi, con gli occhi fuori dalle orbite, la bocca come un buco. In Charles Pennequin l’esperienza della scrittura è dolorosa. Tuttavia ride, come davanti alle farse burlesche di un Keaton. Per Charles Pennequin la “performance” è una pratica quotidiana che si confonde con la scrittura, fa parte della scrittura, di una scrittura che sarebbe “attivismo”, cioè fondamentalmente politica. In sintesi scrive, legge, declama, improvvisa, si muove e disegna. Charles Pennequin Cliccare qui per leggere l’intervista a Charles Pennequin Littérature aujourd’hui Ogni scrittore degno di questo nome è singolare; solo che questa singolarità spesso non si manifesta all’uomo contemporaneo, che va di fretta ed è troppo bene informato. Poiché, se in passato autentici talenti potevano rimanere sconosciuti, il mercato letterario attuale tende a organizzare la miseria attraverso l’abbondanza dei testi pubblicati. Diventa quindi difficile scovare, nella massa pletorica dei libri di cui tutti parlano con tanta facilità, visto che non offrono nulla da dire, le novità che vale la pena leggere. Lontano da ciò che si è soliti chiamare realtà, ogni scrittore degno di questo nome «crea il possibile e allo stesso tempo il reale», diceva Bergson; inventa nuovi modi di sentire, di pensare, di vivere, che ci appartengono, così da distaccarsi dalla nostra epoca per rendere sempre più intenso il nostro modo di farne parte. L’obiettivo di questo ciclo è tentare di far sentire qualcuna di queste voci singolari. La priorità sarà data quindi alla lettura, fatta dall’autore stesso in francese con sottotitoli in italiano, dei brani più significativi delle sue opere; la lettura sarà seguita da un incontro con il pubblico. Il ciclo è organizzato da Stéphane Audeguy e Béatrice Cussol , borsisti in residenza ed è in continuità con quello organizzato fino a ottobre 2009 da Yannick Haenel e Laurent Mauvignier, e di cui riprende (quasi) il titolo e il principio: ogni mese, a partire da novembre 2009 fino a marzo 2010, il pubblico è invitato a incontrare uno scrittore (francese, il più delle volte). Entrata libera nei limiti dei posti disponibili. Lettura in francese con sottotitoli in italiano.