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28.06 - 08.09.2025
Cambiare la prosa del mondo riunisce i progetti e i lavori realizzati dai borsisti della Villa Medici durante il loro anno di residenza a Roma.
Espresso nella pluralità delle lingue madri dei borsisti, il titolo della mostra si ispira al primo verso di una breve poesia in italiano della poetessa Amelia Rosselli (1930-1996), la cui lingua ritmica e dissidente sovverte i fondamenti del linguaggio normato e delle narrazioni dominanti.
Celebrando la varietà delle culture, la multidisciplinarità e lo spirito pluriverso, critico e impegnato dei borsisti di questa promozione, l’esortazione contenuta nel titolo Cambiare la prosa del mondo fa eco alle operazioni dei racconti artistici, poetici, politici ed ecologici che animano le loro ricerche.
In un esercizio corale portato da una pluralità di voci, la mostra prende forma attraverso la varietà delle pratiche artistiche: dalla letteratura alla creazione musicale, passando per la storia dell’arte, le arti visive, la fotografia e il cinema.
I linguaggi liberati invadono le pareti e le sale espositive della Villa come le pagine di un libro, grazie all’intervento tipografico di Montasser Drissi, invitato per l’occasione. Il racconto visivo della mostra è scandito da frasi letterarie scelte, raccolte o inventate da ciascun* in risposta alle parole di Rosselli.
Questo processo di scrittura aleatoria e multilingue è il frutto di una co-respirazione e di uno stato d’animo condiviso da sedici individualità che per un anno hanno condiviso lo stesso spazio e la stessa aria, senza mai smettere di reimmaginare il mondo e l’orizzonte del possibile.
Curatrice: Lilou Vidal
Scenografia grafica: Montasser Drissi
Artisti ospiti: Carlotta Bailly-Borg, Florentin Ginot, Edi Hila, Mathieu Guillin, Mathieu Lemarié, Ludovica Manzo, Flor Paichard, Yann Vasnier
Programma di mediazione
5, 6,12,13, 19, 20, 26, 27 luglio
14:00 – 19:00
in inglese
con gli studenti della NABA Nuova Accademia di Belle Arti
per i visitatori con biglietto della mostra, senza prenotazione
Séance d’arpentages
6,12 et 19 luglio
16:00, 60’
Lise Wajeman in collaborazione con gli studenti della NABA (Nuova Accademia di Belle Arti)
in inglese
per i visitatori con biglietto della mostra, senza prenotazione
Performance musicale
That’s Where We Are
5, 12, 19 et 26 luglio
17:00, 20’
Pierre-Yves Macé interpretata da Ludovica Manzo
per i visitatori con biglietto della mostra, senza prenotazione
Visite per ipovedenti
prenotazione e informazioni presso [email protected]
Data: dal 28 giugno al 9 settembre 2025
Orari: dalle 10:00 alle 19:00 tutti i giorni, tranne il martedì (chiuso)
Prezzo intero: €10 / Prezzo ridotto: €8
Prezzo TRIBU: €1
Gratuito per i possessori di carta SOLO o DUO
La mostra è accompagnata da un sistema di audiodescrizione progettato dai borsisti di Villa Medici. L’accesso a questi contenuti è disponibile tramite QR.
Link verso la playlist Souncloud
Lilou Vidal è una curatrice e editrice che vive e lavora a Torino. Tra le innumerevoli mostre monografiche e collettive da lei promosse per i maggiori musei e istituzioni, segnaliamo The Weight of the Concrete, Ezio Gribaudo curata insieme a Tom Engels, Museion Bolzano (2024) / Grazer Kunstverein (2023), Ernesto de Sousa – Exercices of Poetic Communication & other aesthetic operators, Galerias Municipais, Lisbona (2022 ), Mostra del 22° Prix Fondation Pernod Ricard, Bonaventure (2021), This Is My Body, My Body Is Your Body, My Body Is The Body of The Word, Centre d’Art Le Delta Namur (2019-2020), Guy Mees: The Weather is Quiet Cool and Soft, MuZee, Ostende (2019) / Kunsthalle Wien, Vienna (2018).
Ha fondato e diretto nel 2014 il Bureau des Réalités a Bruxelles, il cui programma era incentrato sul linguaggio, la poesia e le sue manifestazioni incarnate (2014-2019). Di recente ha pubblicato diversi libri e monografie di artisti, tra cui quella di Tomaso Binga – Euforia (Lenz Press, 2024); collabora inoltre regolarmente con case editrici e riviste tra cui Axis Axis; Paraguay Press; Sternberg Press; Nero; Mousse. Partecipa regolarmente a numerose conferenze e giurie, tra cui quella del Premio letterario internazionale Bernard Heidsieck-Centre Pompidou (2024, 2025).
È cofondatrice con Cally Spooner di UNA SCUOLA AL CASTELLO DI RIVOLI, che dal 2024 è un nuovo centro di didattica artistica istituito presso il Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea. È direttrice artistica e scientifica dell’Archivio Gribaudo di Torino.
Louisa Yousfi (1988, Francia) è una giornalista e critica letteraria. È autrice di Rester barbare (La Fabrique, 2022), un’opera in cui riprende il motivo della “barbarie” preso in prestito dallo scrittore algerino Kateb Yacine per offrire un resoconto politico e letterario del (ri)divenire barbaro di neri e arabi in Francia. Più recentemente, ha contribuito all’opera collettiva Contre la littérature politique (con Pierre Alferi, Nathalie Quintane, Leslie Kaplan, Tanguy Viel e Volodine, La Fabrique, 2024).
Lise Wajeman (1973, Francia) è professore di Letteratura Comparata presso l’Université Paris Cité. Si occupa di letteratura e arte rinascimentale e ha pubblicato in particolare L’amore per l’arte. L’erotismo dell’artista e dello spettatore nel XVI secolo (Droz, 2015). Dal 2016 segue la letteratura contemporanea anche come critico: ha pubblicato numerosi articoli su Mediapart e contribuisce regolarmente al podcast L’Esprit critique.
Pierre Von-Ow (1992, Francia) è un ricercatore e curatore di storia dell’arte, laureato presso l’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne e la Columbia University. Il suo lavoro si concentra principalmente sulle intersezioni tra arti e scienze nel periodo moderno. Nel 2024 ha discusso una tesi all’Università di Yale sulla storia della prospettiva in Gran Bretagna e nell’Impero britannico nel XVII e XVIII secolo. Nel 2021 ha curato la mostra virtuale William Hogarth’s Topographies per la Lewis Walpole Library. Tra le sue pubblicazioni, ha recentemente co-curato un’antologia di scritti sul cinema di Jean-Claude Lebensztejn(Propos filmiques, Paris, Macula, 2021) e un numero speciale della rivista Écrans su William Hogarth e il cinema (Paris, Garnier, 2024).
Ana Vaz (1986, Brasile) è un’artista e regista nata nel Midwest brasiliano, abitato dai fantasmi sepolti dalla sua capitale modernista: Brasília. La sua filmografia provoca e mette in discussione il cinema come arte dell'(in)visibile e strumento capace di disumanizzare l’umano, ampliando le connessioni con forme di vita non umane o spettrali. Come conseguenza o espansione della sua cinematografia, le sue attività artistiche si concretizzano anche in scrittura, pedagogia critica, installazioni e passeggiate collettive.
Seynabou Sonko (1993, Francia) è un’artista della diaspora senegalese con sede a Parigi. Laureata all’UQAM di Montreal, all’ENSAV La Cambre di Bruxelles e all’Université Paris 8, i suoi primi passi letterari sono stati segnati dalla pubblicazione di testi su riviste come Sabir, Muscle e Sève. Nel 2023 ha pubblicato il suo primo romanzo, Djinns, con Editions Grasset, vincendo il Prix du Cheval Blanc e il Prix de la Porte Dorée. Seynabou Sonko è anche musicista, sceneggiatrice e cantante. Il suo universo musicale, come la sua scrittura, è una testimonianza della sua creatività senza limiti e della sua determinazione ad abbattere i confini.
Claudia Jane Scroccaro (1984, Italia) è una compositrice italiana con sede a Parigi, dove insegna musica elettronica all’Ircam. Cerca di raggiungere una coerenza tra scrittura strumentale ed elettronica strutturata attraverso strumenti di composizione assistita da personal computer. La sua musica oscilla tra due temporalità estreme, alternando ritmi traboccanti e compulsivi a esplorazioni immersive e introspettive, intrecciate con l’espressività della voce parlata.
Nicolas Sarzeaud (1992, Francia) si è laureato all’École du Louvre e ha conseguito un dottorato all’EHESS. È membro associato del Centre de Recherche Historique e borsista FRS-FNRS presso l’Université catholique de Louvain. Nel 2021 ha difeso una tesi sul culto dei sudari di Cristo tra il XIV e il XVI secolo, pubblicata da Cerf nel 2024 con il titolo Les Suaires du Christ en Occident (I sudari di Cristo in Occidente). Ha insegnato presso l’Université Lumière Lyon II e l’Université de Lorraine e ha pubblicato numerosi articoli sul culto delle immagini nel tardo Medioevo e sul modo in cui venivano mostrate, viste e diffuse grazie a un’intensa produzione di copie, che colloca in una lunga storia di facsimili.
Clovis Maillet (1981, Francia) ha pubblicato La parenté hagiographique (2014) e Les genres fluides (2020). Ha curato diversi numeri di riviste scientifiche mentre conduce ricerche sull’uso della storia nell’arte contemporanea (Witch TV, 2021; Un Moyen âge émancipateur, con Thomas Golsenne, 2021). Clovis Maillet e Louise Hervé lavorano nel campo della performance e dell’installazione e realizzano film dall’inizio degli anni 2000. Hanno pubblicato Attraction Étrange, 2013, Spectacles sans objet, 2015 e L’Iguane, 2018. Clovis Maillet ha co-scritto lo spettacolo Medieval Crack con il collettivo Foulles.
Pierre-Yves Macé (1980, Francia) è un compositore. Il suo lavoro combina musica elettroacustica e musica strumentale utilizzando un metodo che prende in prestito dalla musique concrète, prendendo come fonte primaria suoni registrati, documenti e archivi. Ha pubblicato CD con le etichette Tzadik, Sub Rosa e Brocoli. Ha scritto partiture per gli ensemble L’Instant donné, Les Cris de Paris e Ictus. Collabora regolarmente con registi (Sylvain Creuzevault, Joris Lacoste), coreografi (Emmanuelle Hunh, Liz Santoro e Pierre Godard) e scrittori (Pierre Senges, Mathieu Larnaudie). La sua musica è stata oggetto di un Ritratto per l’edizione 2023 del Festival d’Automne à Paris.
Amalia Laurent (1992, Francia) è un’artista e ricercatrice che vive e lavora tra Parigi e Nîmes. Il suo lavoro affronta temi topografici, geografici e cartografici che sono sia reali che fantastici. La sua ossessione per le realtà alternative ha dato vita a un corpus di opere – macchie, installazioni, performance, sculture – che rendono tangibili i confini tra mondi reali e/o paralleli. Attualmente sta conducendo una ricerca sui legami tra gli allestimenti architettonici e le pratiche processionali presso l’EHESS ed è anche membro del gruppo di musica giavanese Genthasari dell’associazione Pantcha Indra.
Direttore del Dipartimento di Storia dell’Arte (dal 2025)
Borsista presso l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici (2024-2025)
Bio
Alessandro Gallicchio (1986, Italia) è docente di storia dell’arte contemporanea presso l’Università Sorbona, membro del Centre André-Chastel e ricercatore associato al CETOBaC. Dottore di ricerca in storia dell’arte presso le università di Firenze, Paris-Sorbonne e Bonn (2016), porta avanti le sue ricerche seguendo le metodologie sviluppate dalla storia sociale e politica dell’arte. In un primo momento si è interessato alle influenze del nazionalismo e dell’antisemitismo nella costruzione del discorso artistico; in seguito ha deciso di interrogarsi su come la propaganda dei regimi totalitari si esprima non solo attraverso la critica d’arte, ma anche nello spazio urbano. A partire dalle tracce materiali lasciate dal fascismo italiano nei Balcani colonizzati, ha condotto uno studio sulla costruzione e sull’interpretazione dei “patrimoni dissonanti”. Questo lavoro lo ha portato a indagare i processi di monumentalizzazione e le strategie visive messe in atto dal colonialismo, tematiche che affronta attraverso le teorie proposte dalla geografia dell’arte e dalle prospettive postcoloniali. Attualmente studia l’emergere di una nuova generazione di artisti pittori che hanno sviluppato una sensibilità per la rappresentazione delle “urbanità” nel Mediterraneo e nei Balcani. Nel 2021 è stato vincitore della borsa André Chastel della Villa Medici. È borsista dell’Accademia di Francia a Roma da settembre 2024 ad aprile 2025.
Abdessamad El Montassir (1989, Marocco) è un artista visivo. Lavorando con scienziati, cittadini-testimoni e attivisti, sta sviluppando una pratica artistica all’incrocio tra ricerca e creazione. Le sue opere sono il frutto di un processo meticoloso in cui la raccolta di testimonianze intangibili e di narrazioni collettive fa rivivere memorie orali che sono spesso sepolte e taciute dalla storia ufficiale.
Nicolas Daubanes (1983, Francia) è un artista che vive e lavora a Perpignan. Da oltre 15 anni lavora a una serie di residenze immersive nelle carceri (disegni, installazioni e video). Nicolas Daubanes ha vinto il Prix Mezzanine Sud les Abattoirs nel 2017, il Prix des Amis du Palais de Tokyo nel 2018 e il premio Drawing Now nel 2021. Ha presentato una grande installazione alla Biennale di Lione nel 2022. Nel 2025 presenterà una mostra personale al Pantheon di Parigi.
Jérôme Printemps Clément-Wilz (Francia) è uno scrittore e regista che lavora in particolare con i documentari. I suoi film sono stati selezionati ai festival di Rotterdam, Amsterdam e Toronto e sono inclusi nelle collezioni della Cinémathèque Française. Ha vinto il Grand Prix al Doxa, al Festival del Cinema di Hong Kong e un Étoile al LaSCAM. Il suo lavoro si estende anche alla performance, alla fotografia e all’installazione. Con i collettivi La Tendre Émeute, Epectase e Carmel Miracle, si è esibito allo Zénith di Parigi e al museo TRAFO ed è stato esposto a Circulation(s) e Mécènes du Sud. È anche membro fondatore di Ateliers Wonder.
Bianca Bondi (1986, Sudafrica) è un’artista visiva con sede a Parigi. La sua pratica prevede l’attivazione o l’elevazione di oggetti banali attraverso l’uso di reazioni chimiche. I materiali con cui lavora sono scelti per il loro potenziale trasformativo o per le loro proprietà intrinseche, sottolineando l’interconnessione delle cose nel mondo, la loro transitorietà e rivelando i cicli della vita e della morte. Le sue opere sono state esposte presso Lafayette Anticipations (2023), la Fondation Louis Vuitton (2021), il Casino Luxembourg (2020) e nell’ambito delle Biennali di Lione 2019, Busan 2020 e Thaïlande 2021.
Haig Aivazian (1980, Libano) è un artista visivo con sede a Beirut. Il suo lavoro spazia tra immagini in movimento, scultura/installazione, disegno e performance ed esplora il modo in cui il potere integra, influenza e sposta persone, oggetti, animali, paesaggio e architettura. Tra il 2020 e il 2022 è stato direttore artistico del Beirut Art Center, dove ha fondato e diretto la pubblicazione digitale thederivative.org.