Johan Creten

Nato nel 1963 in Belgio, Johan Creten è uno scultore fiammingo con sede a Parigi. Ex-borsista dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici (1996), lavora in tutto il mondo, dall’Aia a New York, da Miami a Città del Messico. Ha esposto in particolare nelle sale rinascimentali del Louvre in dialogo con Bernard Palissy e al Museo Eugène Delacroix di Parigi, al Museo d’Arte Bass di Miami, alla Biennale di Istanbul, al MAMCO di Ginevra e al Museo Middelheim di Anversa. L’opera di Johan Creten è rappresentata dalla Perrotin Gallery di Parigi, New York, Hong Kong, Seoul, Tokyo e Shanghai; dalla Almine Rech Gallery di Bruxelles e dalla Transit Gallery di Mechelen. Image © Clair Dorn, 2018

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I Peccati | Johan Creten

L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici è lieta di annunciare la proroga della mostra I Peccati, di Johan Creten, fino al 23 maggio 2021. A cura di Noëlle Tissier, la mostra è stata inaugurata il 15 ottobre 2020 ed è organizzata dall’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici con il sostegno delle gallerie Perrotin e Almine Rech.

Precursore, inclassificabile e controcorrente, Johan Creten (nato nel 1963) è un artista che si è distinto nel panorama artistico internazionale degli ultimi anni in quanto figura forte, enigmatica e intrigante. Dotato di una visione estremamente attuale della nostra società, egli ha saputo ritagliarsi uno spazio specifico all’interno della scena internazionale della creazione contemporanea.

Originario di Sint-Truiden, borgo delle Fiandre, inizia i suoi studi nelle Accademie di Belle Arti di Gand e Parigi. Durante il soggiorno nella capitale francese, dove studia come pittore, scopre la ceramica e ne fa il proprio mezzo primario. I suoi continui spostamenti, dall’Aja a New York, da Roma – dove è stato borsista all’Accademia di Francia  nel 1996 –  sino al Messico e alla Florida gli sono valsi la definizione da parte della critica di The Cley Gypsy ovvero lo “Zingaro della Ceramica” accreditandolo per l’uso innovativo della materia.

Johan Creten si è distinto fin dagli anni Ottanta per l’uso innovativo della ceramica. Oggi è considerato una figura di spicco del suo rilancio nel campo dell’arte contemporanea. Un ulteriore aspetto della sua opera è l’uso virtuoso del bronzo nella realizzazione di sculture monumentali, di cui un importante esempio, “De Vleermuis – Il Pipistrello”, sarà presentato nei giardini di Villa Medici.

Con I Peccati, Creten raccoglie per la prima volta in Italia un insieme di cinquanta cinque opere in bronzo, ceramica e resina che dialogano con le opere storiche di artisti come Lucas Van Leyden (1494-1533), Hans Baldung (1484-1545), Jacques Callot (1592-1635), Barthel Beham (1502-1540) e Paul van Vianen (1570-1614), ai quali Creten si è ispirato.

Johan Creten parla di “Slow art” e della necessità di un ritorno all’introspezione. Un movimento, che va dalla miniatura alle figure monumentali, che ci permette di appropriarci del nostro tempo e di immergerci in un’esplorazione del mondo con i suoi tormenti individuali e sociali, per un viaggio pieno di sorprese ed emozioni. Le sculture di Johan Creten, realizzate appositamente per la mostra tra il 2019 e il 2020, si aggiungono alle opere che scandiscono la sua carriera dagli anni Ottanta a oggi, e sono qui abbinate a stampe, arazzi e bassorilievi del XVI e XVII secolo appartenenti alla collezione personale dell’artista.

Queste opere storiche scelte dall’artista sono veri e propri riferimenti nel suo processo creativo. Rivelano le sue preoccupazioni, dal punto di vista sia artistico, storico, politico che filosofico. L’intreccio di queste opere all’interno dell’esposizione stravolge la nostra percezione da molteplici punti di vista, che dal passato mettono in discussione il futuro della nostra umanità.

« Con Johan Creten, i peccati non sono sette di numero. Sette, questa cifra implacabile, pari al numero dei sacramenti nella Bibbia e dei colli di Roma. Qui, i peccati sono infiniti e illimitati, inesauribili. Non sono numerabili, ma solo designabili. I peccati non sono tutti capitali, essi possono essere imperiali, imperiosi, periferici, insidiosi, insignificanti, invisibili. Sono sempre al disotto del calcolo e del linguaggio. I sette peccati capitali valgono poco a confronto della bassezza, la barbarie, la noia, la mutilazione, il rimpianto, la melanconia ed il terrore, in breve, la vita. Così, le sculture di Johan Creten non hanno nulla a che vedere con la morale o la sanzione, la ghigliottina o la censura. Esse parlano dei peccati, parlano della vita che infonde desiderio e dolore, speranza e pena, lussuria e collera, amore e morte, Eros e Thanatos. Parlano della vita anfibia, tra Stige e Paradiso. Parlano della vita pulsionale, quando i cuori battono, quando i serpenti si attorcigliano, quando si spiegano le ali, quando si aprono le vulve, quando si sposta la tenda ed appare infine la verità nuda, quella Medusa ipnotica. Il peccato non sarà poi in fondo la forma stanca della purezza? Non indica forse la nostra condizione di uomini estremamente fallibili? Il peccato non è forse, per riprendere le parole di Victor Hugo, una meravigliosa “gravitazione”? »
– Colin Lemoine, storico dell’arte

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La mostra I Peccati è accompagnata da un catalogo in tre lingue (italiano, francese e inglese) con testi inediti di Colin Lemoine, Nicolas Bourriaud, Stéphane Gaillard e Noëlle Tissier, e fotografie di Gerrit Schreurs.

Prezzo: 41 €
Formato: 29 x 32 cm, 156 pagine
Editore: Creten Studio
Il catalogo è disponibile alla boutique di Villa Medici (da lunedì a domenica tranne il martedì, dalle ore 14:30 alle 19:00) o online sui siti delle gallerie Perrotin e Almine Rech.

 

 


? PODCAST PER IL PUBBLICO GIOVANE 

Questi podcast sono consigliati per i bambini dagli 8 ai 12 anni. Tuffatevi subito nel mondo di un grande scultore!

Episodio 1: Il pipistrello


Episodio 2: Sala 1 Miroirs


 

PERFORMANCE DI DANZA

Lunedì 26 aprile 2021, l’Étoile Rebecca Bianchi del Teatro dell’Opera di Roma ha eseguito un’improvvisazione di danza nelle sale della mostra I Peccati, sotto la direzione di Benjamin Pech, coreografo e Étoile dell’Opéra National de Paris. La performance è stata trasmessa in diretta sull’account Instagram di Villa.

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L’opera di Johan Creten parla al turbamento interiore di ognuno di noi, come individui ma anche come società, trattando temi come la natura, la femminilità, il potere, la politica e la spiritualità. Gay Gassmann, T Magazine - The New York Times