Valentin Noujaïm

Residente
29.05.2023 - 30.06.2023

Residenza Medici

Arti visive

Biografia

Nato in Francia nel 1991 da genitori libanesi ed egiziani, Valentin Noujaïm è entrato a far parte del dipartimento di sceneggiatura della scuola di cinema Fémis nel 2016, diplomandosi nel luglio 2020. Ha diretto un documentario – Avant d’oublier Heliopolis e un film sperimentale – l’Etoile Bleue (presentato a Vision du Réel, Doclisboa, Saatchi Gallery, etc.). Il suo primo cortometraggio di finzione, Les Filles Destinées, ha ricevuto il sostegno del CNC e della regione Normandia. In seguito ha sviluppato il suo primo lungometraggio, La Nuit des Reines, prodotto da Kometa films. Nel 202é è stato in residenza all’Artagon di Marsiglia, dove ha sviluppato un video e un’installazione intitolata Pacific Club. La sua ricerca si concentra su tre aree: lotte antirazziste, utopia spaziale e corpi traumatizzati. Il suo lavoro è permeato dalla questione della sparizione come strumento politico, mettendo in discussione i rapporti di potere e di dominazione in atto nella società francese attraverso il prisma di un forte ideale: l’amore rivoluzionario o l’amore per la rivoluzione. Tra il 2022 e il 2023, svolgerà anche delle residenze presso gli Ateliers Médicis di Parigi e sarà studente ospite presso la Städelschule di Francoforte.

Progetto

“La storia di un’utopia fallita, di un’utopia mostruosa e anarchica distrutta, di un Oriente in fiamme, di un Impero Romano che crolla”. Eliogabalo nacque in una culla fatta di sangue e sperma nel 203 d.C. a Homs, in Siria, in un regno conquistato da Roma dove i meteoriti erano divinità.
La pietra nera del cielo aveva predetto che sarebbe diventato imperatore dei Romani e avrebbe cambiato la faccia del mondo. Ma Eliogabalo, il diavolo in corpo, non voleva semplicemente governare, voleva l’anarchia, l’anarchia dei corpi e delle forme, l’anarchia dell’Impero. La vita di Eliogabalo è un’infinita fonte di ispirazione. Eliogabalo è un gigantesco buco nero attorno al quale ruotano una moltitudine di personaggi, sangue, desiderio di potere e rivoluzioni. Ma la sua vita è tanto complessa quanto incompleta. Lascia molto all’interpretazione personale. Come Fellini nel Satyricon, che si diverte a immaginare le parti mancanti del testo di Petronio, io fantastico una parte della sua storia. La vita di Eliogabalo è un’opera teatrale, devi essere in grado di liberarti dalla verità. È una vita che parla di anarchismo, di distruzione del vecchio mondo, di abbattimento degli imperi. Voglio trasformare questa storia in un video sui mostri dimenticati, sulla violenza ispirata da Eliogabalo, sul desiderio di apocalisse. Perché Eliogabalo, assassinato a Roma, è stato cancellato dalla storia. Durante la mia residenza a Villa Medici, voglio cercare tracce del periodo trascorso dall’imperatore siriano in città, sia nei musei e nelle biblioteche che nei siti archeologici. Questa ricerca alimenterà il mio lavoro e continuerà il mio ritratto da sogno di Eliogabalo, un imperatore schivo e un rivoluzionario sanguinario che risuona terribilmente con i giorni nostri”.

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