Sébastien Kheroufi è accolto come artista invitato nel gennaio 2026, in collaborazione con il Festival d’Automne di Parigi.
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Artista invitato
07.01.2026 - 30.01.2026
Residente
04.03.2024 - 05.04.2024
Residenza Medici con l'Ateliers Médicis
Letteratura
Teatro
Sébastien Kheroufi cresce tra i quartieri popolari degli Hauts-de-Seine e i foyers parigini Emmaüs. Dopo un BEP in meccanica e vari lavori (meccanico, addetto alle pulizie, lavapiatti, autista RATP, commesso, magazziniere…), entra all’École Supérieure d’Art Dramatique de Paris (ESAD). Al termine degli studi, recita in Peer Gynt di Henrik Ibsen, con la regia di Anne-Laure Liégeois (Théâtre du Peuple de Bussang), in Transfuges di Alexandra Badea (Théâtre national de la Colline, ESAD), in Mais cette nuit, vivre ! da Platonov di Čechov, diretto da Louisa Chas (Théâtre de la Cité internationale), e in Viril(e.s) di Marie Mahé.
Vincitore degli Ateliers Médicis nel 2022, partecipa a Création en cours e al festival TRANSAT, assiste Anne-Laure Liégeois per l’inaugurazione del sito Richelieu della BnF e conduce un laboratorio con studenti del programma UPE2A a Épinay-sur-Seine sul tema dell’esilio.
Nel giugno 2023 firma la sua prima regia, Antigone, al Théâtre du Soleil. Diventa artista associato del CDN – Théâtre des Quartiers d’Ivry (settembre 2023) e del Théâtre de Corbeil-Essonnes | Grand Paris Sud (gennaio 2024). Dopo la creazione di Par les villages nel marzo 2024, inizia la scrittura dell’ultimo capitolo della sua trilogia in residenza a Villa Medici, che prosegue durante un viaggio in Algeria nell’autunno 2024.
Par les villages viene ripreso nell’ambito del Festival d’Automne nel dicembre 2024.
« Seppellitemi là dove avrò vissuto »
Scritto durante la sua residenza del 2024 a Villa Medici, questo è l’incipit della prossima creazione di Sébastien Kheroufi, La mort du môme (titolo provvisorio). Il progetto di residenza di Sébastien Kheroufi nasce dal desiderio di scrivere la prima e l’ultima frase a Villa Medici, e così concludere l’opera. Villa Medici, luogo politicamente così distante dal percorso di suo padre – immigrato algerino la cui vita si è conclusa in strada – diventa paradossalmente lo spazio in cui questa traiettoria trova un’eco proprio nella sua distanza. Essere a Villa Medici gli offre la giusta distanza e il necessario distacco per scrivere l’intimo.
Il suo lavoro mira a restituire a questa esperienza la sua forza poetica, lontano da letture puramente sociologiche o statistiche, con l’urgenza di dire – l’urgenza che questi corpi e queste voci ritrovino la risonanza della loro umanità e della loro poesia radicale.
La mort du môme prende avvio dalla notte in cui, a diciassette anni, Sébastien Kheroufi scoprì suo padre morto nella stanza di un foyer Emmaüs parigino. Per tutta la notte lo attraversa una domanda: dove seppellirlo, in Francia o in Algeria? Le parole « Seppellitemi là dove avrò vissuto » vengono scoperte dal Figlio insieme al corpo del padre. Esse convocano i vivi attorno a una responsabilità priva di eredità materiale: non una casa o un’assicurazione sulla vita, ma la destinazione dell’ultimo riposo.
Nel corso di una sola notte, l’opera dispiega l’indagine intima di una famiglia di fronte al silenzio di un uomo rimasto chiuso in sé per tutta la vita. Interroga le tracce del paesaggio nella carne, il dilemma tra terra di nascita e terra d’accoglienza, e ciò che questa domanda lacera: la famiglia, la società e il corpo del Figlio.
Questa tragedia è presentata al Théâtre national de la Colline, nell’ambito del Festival d’Automne 2026, in collaborazione con il Centre Pompidou e il Panthéon, che ospitano il prologo.