Alessandro Gallicchio

Borsista
2024 - 2025

Storia dell'arte

Biografia

Direttore del Dipartimento di Storia dell’Arte (dal 2025)
Borsista presso l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici (2024-2025)
Bio

Alessandro Gallicchio (1986, Italia) è docente di storia dell’arte contemporanea presso l’Università Sorbona, membro del Centre André-Chastel e ricercatore associato al CETOBaC. Dottore di ricerca in storia dell’arte presso le università di Firenze, Paris-Sorbonne e Bonn (2016), porta avanti le sue ricerche seguendo le metodologie sviluppate dalla storia sociale e politica dell’arte. In un primo momento si è interessato alle influenze del nazionalismo e dell’antisemitismo nella costruzione del discorso artistico; in seguito ha deciso di interrogarsi su come la propaganda dei regimi totalitari si esprima non solo attraverso la critica d’arte, ma anche nello spazio urbano. A partire dalle tracce materiali lasciate dal fascismo italiano nei Balcani colonizzati, ha condotto uno studio sulla costruzione e sull’interpretazione dei “patrimoni dissonanti”. Questo lavoro lo ha portato a indagare i processi di monumentalizzazione e le strategie visive messe in atto dal colonialismo, tematiche che affronta attraverso le teorie proposte dalla geografia dell’arte e dalle prospettive postcoloniali. Attualmente studia l’emergere di una nuova generazione di artisti pittori che hanno sviluppato una sensibilità per la rappresentazione delle “urbanità” nel Mediterraneo e nei Balcani. Nel 2021 è stato vincitore della borsa André Chastel della Villa Medici. È borsista dell’Accademia di Francia a Roma da settembre 2024 ad aprile 2025.

Progetto

Il suo progetto di residenza è dedicato alla stesura di un libro su Edi Hila. Adottando una prospettiva transnazionale e transdisciplinare, il suo progetto analizza il lavoro di un artista che ha sempre cercato di catturare le ambiguità e le complessità dell’Albania contemporanea. Sensibile alle spazialità e attento osservatore dei cambiamenti socio-politici che hanno segnato questo paese, Hila ha sviluppato un linguaggio che potrebbe essere descritto come “realismo paradossale” e che sarà al centro di questa rilettura storica con una dimensione critica.

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