Ricerca
Negli ultimi anni l’Europa è stata al centro di eventi socio-politici che hanno pericolosamente riacceso gli spettri del “Vecchio Continente”, facendo riemergere una molteplicità di tensioni che rimettono in discussione, ancora una volta, la dimensione storica, geografica e politica di questo spazio dalle molteplici definizioni, evidenziando la necessità di una nuova riflessione sulla dicotomia storica dell’Europa tra violenza e utopia.
Concepito per accompagnare l’uscita del numero 21 della rivista Studiolo, il cui dossier sarà dedicato a questo tema, il seminario invita ad attualizzare la riflessione critica sull’Europa nelle arti, favorendo un dialogo transdisciplinare e privilegiando letture che sottolineano il carattere complesso e contraddittorio di uno spazio e di un immaginario in continua trasformazione.
I seminari sono organizzati da Alessandro Gallicchio e Jana Graul.
L’evento si svolgerà in due fasi: un primo seminario il 27.10.2025 e un secondo il 3.12.2025.
Opicino de Canistris, scriba dei papi di Avignone, realizzò negli anni Trenta del Trecento una serie di mappe, testi e disegni di genere particolare, che continuano ad affascinare e incuriosire ricercatori e artisti contemporanei. Questi documenti privati, che lo aiutarono a superare una grave crisi psichica, utilizzano il termine Europa con una frequenza senza pari per un autore medievale. Egli percepisce questo termine non tanto come una nozione geografica, quanto piuttosto come un’entità cartografica, dotata di diversi valori e potenzialità. Sempre contrapposta all’Africa, essa è impegnata in un confronto tra il mondo spirituale e quello materiale, mediato dal Mediterraneo da cui emergono i mostri.
Sylvain Piron, direttore degli studi all’EHESS, naviga attraverso la storia intellettuale e religiosa del Medioevo occidentale. Ha pubblicato in particolare Dialectique du monstre. Enquête sur Opicino de Canistris, Zones sensibles, 2015, tradotto nel 2019 da Adelphi.
15:00
In francese
Lontana cugina delle donne di Opicino de Canistris, l’Europa Regina del XVI secolo accorda grande importanza all’Europa dell’Est, che costituisce la parte essenziale del corpo della regina. Questo intervento presenterà alcune immagini provenienti da questa zona dell’Europa: la dolce follia dei disegni bulgari sulla società europea degli anni Novanta dell’Ottocento, la ripetizione ostinata di uno sfondo cartografico nella Polonia popolare o ancora le intriganti fotografie del polacco Wojciech Zamecznik durante i suoi viaggi in Bulgaria, Albania, Italia e Germania. Ci chiederemo quale posto dare all’Europa orientale quando non si vuole più vederla come un laboratorio o un territorio incompleto dal punto di vista europeo.
Jérôme Bazin lavora all’Università di Paris-Est Créteil. Le sue ricerche si concentrano sull’arte e l’architettura in diversi contesti comunisti del Novecento. Ha pubblicato, ad esempio, «Realism from Italy – socialism from Eastern Europe. The sense of place in the 1950s», Predella. Journal of visual arts, n. 52, 2022.
16:15
In francese
La storia di Europa, principessa fenicia rapita da Zeus e portata a Creta per diventare l’antenata delle potenti dinastie ellenistiche, era già diffusa nel mondo greco quando apparve nel V secolo A.C. come mito fondatore del continente che porta lo stesso nome. Da allora, e fino ad oggi, il personaggio mitologico e il continente sono legati da congiunture mutevoli e assumono volti diversi. La comunicazione affronterà uno dei fili conduttori che collegano il mito e il continente: il legame tra l’Europa e le arti, esaminando il ruolo svolto dall’arte nell’«immaginario europeo».
Jana Graul è storica dell’arte e insegna all’Università di Amburgo. Le sue ricerche riguardano principalmente l’arte e la teoria artistica dell’inizio dell’età moderna, con particolare attenzione alle questioni etiche. È attualmente impegnata nella redazione di un libro sull’Europa e le arti.
15:00
In francese e in italiano
Questa comunicazione nasce da una conversazione tra lo storico dell’arte Alessandro Gallicchio e l’artista Mounira Al Solh sul progetto immersivo «A Dance with her Myth», presentato nel padiglione libanese della 60ª Biennale di Venezia nel 2024, e sulla sua rivisitazione nell’ambito della mostra «Mounira Al Solh: A land as big as her skin» al Bonnefanten Museum di Maastricht. Concentrandosi sulla questione del mito d’Europa, questo dialogo affronterà sia la problematica dei grandi racconti mitologici, sia le sfide della memoria collettiva e i recenti sviluppi politici che coinvolgono l’Europa e il suo immaginario.
Mounira Al Solh vive e lavora tra Beirut e Amsterdam. Ha studiato pittura all’Università Libanese di Beirut e poi belle arti all’Accademia Gerrit Rietveld di Amsterdam, prima di diventare residente alla Rijksakademie di Amsterdam. Il suo lavoro esplora diversi mezzi artistici: video, installazioni, pittura, disegno, ricamo e performance. Con un uso sapiente dell’ironia e dell’introspezione, le sue opere affrontano tematiche politiche e femministe, nonché le forme emergenti della microstoria, in modo talvolta indiretto.
Alessandro Gallicchio è direttore del Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici e prosegue le sue ricerche avvalendosi delle metodologie elaborate dalla storia sociale e politica dell’arte. Attualmente si interessa ai rapporti tra arte, architettura e spazio urbano nel Mediterraneo e nei Balcani.
16:15
In francese e in italiano