Art Club #4 Paolo Chiasera

“Paolo Chiasera (Bologna, 1978; vive e lavora a Berlino) ha affrontato una grande varietà di mezzi espressivi che (…) si condensano nella soluzione stratigrafica ideale attraverso la quale si è sempre manifestato (…). Gli“ spaziespositivi nomadi su tela gestiti dagli artisti “ sono esemplari di questa dinamica (…). La Gypsotheca (…) si presenta come una concretizzazione ideale dell’antica articolazione pittorica, una sorta di materializzazione plastica del sogno coltivato dall’artista nel Secondo Stile. Chiasera interagisce con lo spazio interpretando le superfici volumetriche della stanza (pareti, pavimento e soffitto) come se fossero potenziali schermi per il suo lavoro, aggiungendo alle opere esistenti (tra cui i calchi della colonna di Traiano) che, in questo contesto, a un primo sguardo superficiale potrebbero sembrare strati di intonaco staccati da una stanza affrescata e collocati temporaneamente in un’altra. In realtà, si tratta di tre dipinti su tela, il cui bianco candido è applicato con una modulazione di tono (…). Su uno di essi vengono proiettate scene filmate che descrivono, in libera sequenza, le stanze della Villa, in particolare lo Studiolo e la Gypsotheca (…). Gli interlocutori coinvolti sono numerosi come i meccanismi dialettici che mediano. Vediamo l’artista di oggi (Paolo Chiasera) e quelli del passato (gli autori, spesso sconosciuti, dei calchi in gesso e quelli delle loro matrici originali), il presente e il passato (che abbraccia un periodo che parte dall’epoca romana e copre i 350 anni dell’istituzione accademica), tecniche pittoriche e scultoree a cui si aggiungono filmati e installazioni, dando vita a una successione narrativa ricca di effetti visivi e letterari (…).

ppp, Paolo Chiasera, maggio 2016