Jean-Auguste-Dominique Ingres
Jean-Auguste-Dominique Ingres (nato il 29 agosto 1780 a Montauban e morto il 14 janvier 1867 a Parigi) è un pittore francese neoclassico. Figlio del pittore e scultore Jean-Marie-Joseph Ingres, che ha subito incoraggiato le sue inclinazioni artistiche, si forma all’Accademia di Tolosa. Nel 1796 si trasferisce a Parigi per studiare sotto la direzione di Jacques-Louis David. Si allontana dal suo classicismo a causa della sua devozione a un ideale di di bellezza fondato su difficili armonie di linee e colori. In questo periodo dipinge il ritratto di amici e di Pierre-François Bernier, che conosce dai tempi di Montauban. Ingres ottiene il “Prix de Rome” nel 1801, al suo secondo tentativo, con Achille recevant les ambassadeurs d’Agamemnon.
Nel 1806, Ingres scopre a Roma Raffaello e il Quattrocento, che segneranno definitivamente il suo stile. Questi sono i suoi anni di lavoro più fecondi, con i nudi – tra cui la “Baigneuse” – i paesaggi, i disegni, i ritratti e le composizioni storiche. In Francia, tuttavia, le sue tele dipinte in Italia non piacciono. L’artista decide quindi di rimanere a Roma.
Si sposa nel 1813 con Madeleine Chapelle (1782-1849), una giovane modista che vive a Guéret. Ingres realizzò 10 ritratti di sua moglie, ma il quadro più celebre in cui la donna appare è Il bagno turco, dove Madeleine è l’odalisca con le braccia alzate che si stiracchia in primo piano. Il quadro è stato realizzato nel 1862 dopo la morte di Madeleine a partire da uno schizzo disegnato da Ingres nel 1818.
Tra il 1820 e il 1824 Ingres soggiorna a Firenze. Alla caduta di Napoleone I, delle difficoltà economiche e familiari lo trascinano in un periodo di miseria, durante il quale dipinge, con accanimento, tutto ciò che gli viene commissionato. Nel 1824 torna a Parigi, dove troverà finalmente il successo con la presentazione, in occasione del salone del 1824, del “Vœu de Louis XIII”, destinato alla cattedrale di Montauban. Nel 1835 si trasferisce a Roma per diventare direttore dell’Accademia di Francia a Roma, posto che occuperà fino al 1840.
Dopo l’esperienza romana, Ingres passa i suoi ultimi anni a Parigi. L’artista attribuisce al disegno una grande importanza e, a questo proposito, ha dichiarato: “Una cosa ben disegnata è sempre abbastanza ben dipinta”. La galleria di ritratti realisti che lascia costituisce uno specchio della società borghese del suo tempo, dello spirito e dei costumi di una classe a cui appartiene e di cui tratteggia limiti e virtù. Ingres si interessa molto alla tessitura degli abiti e delle stoffe (velour, seta, satin, cachemire…) che integra nelle sue opere in modo da valorizzare la classe sociale del personaggio rappresentato. Ai suoi inizi, Ingres si ispira alle tecniche rigide dell’arte greca, prima di convertirsi a un approccio di curve e drappeggi realisti. Ingres amava talmente le linee curve da aggiungere delle vertebre alla sua “Grande Odalisque”. Dominique Ingres è anche violinista e per un periodo è anche secondo violino dell’Orchestre du Capitole di Tolosa. Da quest’hobby nasce l’espressione “violino d’Ingres”. Alla sua morte Ingres viene sepolto al cimitero di Père Lachaise a Parigi. La città di Montauban ha trasformato il suo atelier nel museo Ingres.