Lucia Piccioni
Lucia Piccioni
2016-2017Piccioni Lucia
Periodo: 2016-2017
Professione: Storico dell’arte Lucia Piccioni è nata nel 1980. Nel 2015 ha sostenuto una tesi in storia dell’arte all’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) in cotutela con la Scuola Normale Superiore di Pisa intitolata Peinture etpolitique pendant lefascisme italien(1922-1943) :‘italianités’ en conflit [Pittura e politica durante il fascismo italiano (1922-1943): italianità in conflitto] (pubblicazione prevista nel 2017). In questo lavoro (premiato come migliore tesi del 2015 dall’EHESS), dimostra che l’assenza di un modello d’arte di stato e il pluralismo estetico che caratterizzano la produzione artistica sotto il regime fascista rispondono alla sua ideologia proteiforme e inglobante. Dopo aver collaborato quattro anni (2008-2012) come assegnista di ricerca all’Institut national d’histoire de l’art (INHA), è stata docente a contratto all’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne e assegnataria di una borsa post-doc al Deutsches Forum für Kunstgeschichte (2014-2015) nell’ambito del tema annuale Le arti a Parigi dopo la Liberazione. Nel corso del 2016 ha beneficiato di una borsa di studio al Center for Italian Modern Art di New York. Il progetto di ricerca di Lucia Piccioni, intitolato Le passage de l’Arte povera à la Trans-avant-garde (1960-1981) : de l’ouverture anthropologique à la quête identitaire (Il passaggio dall’Arte povera alla Transavanguardia (1960-1981): dall’apertura antropologica alla ricerca identitaria), intende analizzare il sorprendente ritorno alle questioni identitarie nel dibattito artistico nell’Italia degli anni settanta-ottanta, in particolare nell’ambito del movimento della Transavanguardia. Alla fine degli anni sessanta, l’Arte povera insorge contro i determinismi nazionali, rompe con la tradizione e afferma il suo carattere nomade, non antropocentrico, facendo della “natura” un linguaggio universale. Durante gli “anni di piombo” e nel momento in cui la globalizzazione nascente ridefinisce i confini, il fondatore della Transavanguardia (1979) Achille Bonito Oliva, rifiuta questa frattura epistemologica e cerca invece di mantenere l’arte in un ancoraggio culturale, locale e identitario ricostruendo dei legami con il passato. Questo progetto si propone di comprendere le sfide ideologiche di questo ribaltamento attraverso lo studio degli avvenimenti culturali che si succedono in questo periodo nei luoghi emblematici di Roma.