Valentin Noujaïm
Nato in Francia nel 1991 da genitori libanesi ed egiziani, Valentin Noujaïm è entrato a far parte della Fémis nel 2016, nel dipartimento di sceneggiatura da cui si è diplomato nel luglio 2020. Ha diretto un documentario – Avant d’oublier Heliopolis e un film sperimentale – l’Etoile Bleue (presentato a Vision du Réel, Doclisboa, Saatchi Gallery, ecc.). Il suo primo cortometraggio di fiction, Les Filles Destinées, è stato sostenuto dal CNC e dalla regione Normandia. Ha poi sviluppato il suo primo lungometraggio, La Nuit des Reines, prodotto da Kometa films.
Nel 2002 è stato in residenza all’Artagon di Marsiglia dove ha realizzato un video e un’installazione dal titolo Pacific Club. Il suo lavoro di ricerca ruota attorno a tre assi: lotte antirazziste, utopia spaziale e corpi traumatizzati. Il suo lavoro è permeato dalla questione della sparizione come strumento politico, mettendo in discussione i rapporti di potere e di dominio all’opera nella società francese, attraverso il prisma di un ideale forte: l’amore rivoluzionario o l’amore per la rivoluzione.
Tra il 2022 e il 2023 svolgerà anche delle residenze presso gli Ateliers Médicis di Parigi e sarà studente ospite presso la Städelschule di Francoforte.
Progetto a Villa Medici:
La storia di un’utopia fallita, di un’utopia mostruosa e anarchica distrutta, di un Oriente in fiamme, di un Impero Romano che crolla. Eliogabalo nasce in una culla di sangue e sperma nel 203 d.C. a Homs, in Siria, in un regno conquistato da Roma dove i meteoriti sono divinità. La pietra nera del cielo predice che diventerà imperatore dei Romani e cambierà il volto del mondo.
Ma Eliogabalo, il diavolo in corpo, non vuole semplicemente governare, vuole l’anarchia, l’anarchia dei corpi e delle forme, l’anarchia dell’Impero. La vita di Eliogabalo è una fonte infinita di ispirazione. Eliogabalo è un gigantesco buco nero attorno al quale ruotano una moltitudine di personaggi, sangue, desiderio di potere e rivoluzioni. Ma la sua vita è tanto complessa quanto incompleta. Lascia molto all’interpretazione personale. Come Fellini nel Satyricon, che si diverte a immaginare le parti mancanti del testo di Petronio, io fantastico una parte della sua storia. La vita di Eliogabalo è una commedia, bisogna essere in grado di liberarsi dalla verità. È una vita che parla di anarchismo, di distruzione del vecchio mondo, di abbattimento degli imperi. Da questa storia, voglio fare un video che parli di mostri dimenticati, di questa violenza che Eliogabalo ispira, di questo desiderio di apocalisse. Perché Eliogabalo, assassinato a Roma, è stato cancellato dalla storia. Durante la mia residenza a Villa Medici, voglio cercare le tracce del passaggio dell’imperatore siriano in città, sia nei musei e nelle biblioteche, sia in queste tracce archeologiche. Questa ricerca alimenterà il mio lavoro e continuerà il mio ritratto onirico di Eliogabalo, un imperatore autoironico e un rivoluzionario sanguinario che risuona terribilmente con i giorni nostri.