Bruno Perramant – Nuovi spettri

Da sabato 5 a domenica 20 aprile 2008, l’Accademia di Francia a Roma espone le opere di Bruno Perramant , artista residente a Villa Medici, nella mostra Nuovi spettri , titolo che si ispira ad un verso tratto dalle Illuminazioni di Arthur Rimbaud: “così come, dalla mia finestra, vedo spettri nuovi che rotolano attraverso il denso ed eterno fumo di carbone (…)”. Cosa vediamo e cosa non vediamo più? Cos’è che ci osserva e cosa ha smesso di farlo? Lo sguardo dell’artista si confronta, qui, con lo sguardo vuoto dei fantasmi dei nostri giorni, usando la pittura come mezzo per esprimere la sua visione della cultura contemporanea dell’immagine, nonostante l’egemonia dei media, principali produttori della rappresentazione della realtà. Secondo Perramant, cineasti e pittori osservano lo stesso mondo e percepiscono la stessa quotidianità, sottolineando, quindi, la grande similitudine tra un film e un dipinto. Ma, per lui, la “realtà” esiste solo come apparizione e sono le ombre di una realtà frammentata che egli cerca di dipingere prendendo spunto dalla sua mitologia personale che è influenzata dalla storia dell’arte e dalla letteratura. Così, nei dipinti di questa mostra è lo stesso Rimbaud a risvegliare “intuizioni” o “visioni raccontate”. Nel percorrere il tempo attraverso la pittura, se ne scoprono resti, di volta in volta sempre nuovi. Nuovi spettri, che rappresentano il lavoro che ci è necessario per esorcizzare le immagini che ci sono state date (Bruno Perramant) L’ARTISTA Bruno Perramant nasce nel 1962 a Brest, e vive tra Parigi e la Bretagna. Espone regolarmente sia in Francia che all’estero; durante il mese di maggio, prenderà parte alla mostra «Traces de sacré» organizzata presso il Centre George Pompidou di Parigi. A settembre, lo aspetta una mostra personale a Parigi, presso la Galerie In Situ, di Fabienne Leclerc. I titoli dei quadri, come anche i titoli delle mostre, di Bruno Perramant, sono da intendersi come indizi per comprendere ed avvicinare il suo lavoro. La mostra Re Noir a Parigi, per esempio, è una chiara allusione a Jean Renoir, regista e figlio del pittore Pierre-Auguste, il cui film La règle du jeu ( La regola del gioco ) è stato fonte d’ispirazione di una intera serie di spettrali dipinti. Re Noir riaffermava inoltre il rinnovato interesse dell’artista per il colore nero e il persistere di una ricerca sulle variazioni esistenti nei diversi strati di colore scuro. Anche la mostra Dar(k)stellung a Colonia è un gioco di parole, che potrebbe tradursi come «rappresentazione dell’oscurità» (dalla fusione di Darstellung, dal tedesco Rappresentazione, e il più noto Dark, dall’inglese Nero), e costruito a partire dal testo dell’Apocalisse. I quattro cavalieri, presenti in quella esposizione, saranno nuovamente esposti in questa occasione a Villa Medici. Mentre, la più recente Quoi? di Basilea, mirava alla scomposizione di tutti i riferimenti, per far tornare alla ribalta il vero protagonista della scena: il colore. Queste mostre sono state quindi popolate da fantasmi e apparizioni come da una ritrovata attenzione per la luce, il linguaggio e la scrittura.