Presentazione dei libri di Olivier Bonfait e Gianni Papi
In relazione alla mostra I bassifondi del Barocco. La Roma del vizio e della miseria , l’Accademia di Francia a Roma organizza martedì 13 gennaio 2015 , dalle 17.00 alle 19.00, la presentazione del libro di Olivier Bonfait Après Caravage : Une peinture caravagesque ? (Edizioni Hazan, Parigi, 2012) e di quello di Gianni Papi Bartolomeo Manfredi (Edizioni dei Soncino, Soncino, 2013). I libri vengono presentati dai loro autori. A seguire si terrà un dibattito moderato da Annick Lemoine e Francesca Cappelletti, curatrici della mostra I bassifondi del Barocco. La Roma del vizio e della miseria . Incontro in italiano. Ingresso libero nel limite dei posti disponibili. Olivier Bonfait Après Caravage : une peinture caravagesque ? (Edizioni Hazan, Parigi, 2012) Da quasi un secolo Caravaggio è considerato una figura chiave della storia dell’arte e pittori o dipinti prossimi alle sue opere sono stati riuniti sotto l’insegna del caravaggismo, che da Roma si diffuse in tutta l’Europa negli anni 1620-1630. Questo saggio analizza le tensioni che esistono tra l’estetica dell’artista che ha rivoluzionato la pittura intorno al 1600 e la cosiddetta “pittura caravaggesca”. Il libro approfondisce le modalità in cui si è sviluppata questa corrente pittorica interrogandosi sulle ragioni del suo successo, per studiarne poi le peculiarità. Attraverso il caso della “pittura caravaggesca” Olivier Bonfait vuole aprire una riflessione sui paradigmi e i metodi che caratterizzano la storia dell’arte, una disciplina in pieno rinnovamento. Gianni Papi Bartolomeo Manfredi (Edizioni dei Soncino, Soncino, 2013). Bartolomeo Manfredi è considerato uno dei grandi protagonisti del movimento caravaggesco. Con il libro a lui dedicato, Gianni Papi conclude il quartetto di monografie che l’autore ha realizzato sui pittori componenti la “schola” del Caravaggio (secondo il referto di Giulio Mancini), dopo aver pubblicato quelle di Cecco del Caravaggio (2001), di Spadarino (2003) e di Ribera a Roma (2007). Anche alla luce di queste esperienze e di questi studi, Manfredi trova una nuova, più precisa, collocazione nel panorama romano del secondo decennio del XVII secolo e ne viene meglio messo a fuoco il percorso e l’importanza.
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