Jean Leymarie

«Alberto Giacometti, non oso dire che fosse mio amico… Ero un suo interlocutore… Mi sembra di essere veramente esistito soltanto durante i miei dialoghi con lui. E’ lui che mi ha insegnato a vedere…»

Nato a Gagnac (Lot) il 17 luglio 1919, Jean Leymarie intraprende la sua carriera nei musei nel 1945 dopo aver studiato lettere e storia dell’arte a Tolosa e a Parigi. Assistente al dipartimento dei Dipinti al Musée du Louvre dal 1944 al 1949 e Conservatore del Musée de Grenoble dal 1950 al 1955, in seguito insegna nelle università di Losanna e di Ginevra e pubblica i primi volumi di una bibliografia da storico dell’arte tanto abbondante quanto diversificata. Si tratta di opere dedicate a temi come l’Impressionismo (1955), la Pittura olandese (1956) o il “Fauvisme”, alternate a monografie, come quelle su Derain (1949), Braque (1961), Soutine (1964). Nel delicato contesto del maggio ’68 Leymarie è chiamato nel 1969 a sostituire Bernard Dorival alla guida del Musée national d’art moderne, all’epoca situato al Palais de Tokyo. Qui intraprende una riorganizzazione delle collezioni in vista del trasferimento del museo al Centre Pompidou, e dà impulso all’apertura alle forme creative più contemporanee.

Tra le sue principali pubblicazioni si contano quelle su Giotto (1950), Gauguin (1950), Van Gogh (1951), Le vetrate di Chagall (1962), Picasso, metamorfosi e unità (1971) e Balthus (1978).

All’apertura del Centre Pompidou, Jean Leymarie viene nominato direttore di studi all’Ecole du Louvre e direttore dell’Accademia di Francia a Roma, incarico che riveste fino al 1984. Di ritorno a Parigi, continua a operare in favore degli artisti che stima, e a scrivere su di essi: Tal Coat (1992), Fenosa (1993), Schauer (1994) o Rouvre (1998), fino alla sua morte, il 9 marzo 2006 a Parigi.